
Adrian Owen, professeur de neurologie à l'Université de Cambridge a fait part de la stupéfaction des chercheurs lorsqu'ils ont vu le résultat du scanner : "il était capable de répondre correctement à des questions et cela simplement en modulant ses pensées, qui étaient ensuite décodées par l'IRMF". Sur 23 personnes diagnostiquées comme en état végétatif, l'étude a ainsi détecté des "signes de conscience" chez quatre d'entre-eux. "Il est très probable que d'ici dix ans nous connaitrons des situations où les patients incapables de toute réponse seront capables de communiquer au jour le jour par la seule utilisation de leur cerveau" déclare le Pr. Owen.
Selon la neurologue Audrey Vanhaudenhuyse, cette technique permettrait d'interroger les personnes sur leur douleur. Celles-ci pourraient exprimer leurs sentiments et "répondre eux-mêmes à des questions difficiles comme celle de l'euthanasie" estime le professeur Steven Laureys de l'université de Liège. Mais on ne peut encore déterminer si un patient a les moyens cognitifs de prendre de telles décisions pour lui-même selon le Pr. Owen. Quelques mois plus tôt, l'équipe du professeur liégeois Laureys avait découvert que Rom Houben, un homme considéré à tort dans le coma pendant 23 ans à la suite d'un accident de voiture, était en réalité conscient. Ce dernier souhaite écrire un livre grâce à un ordinateur spécialement adapté.
Uno studio pubblicato nel New England Journal of Medicine, il 3 febbraio 2010, rivela che un uomo considerato in stato vegetativo a potuto rispondere "sì" o "no" ai medici unicamente tramite il pensiero. All'età di 29 anni quest'uomo era sopravissuto ad un incidente stradale nel 2003. Ricercatori dell'Università di Liège in Belgio e di Cambridge in Inghilterra hanno esaminato la sua attività cerebrale tramite "l'imagerie per risonanza magnetica funzionale" IRMF, una tecnica recente di scanner. Questa ha fatto apparire che "si attivavano le stesse zone del suo cervello di quelle delle persone in buona salute" quando le si ponevano delle domande semplici che richiedevano una risposta con sì o no.
Adriano Owen, professore di neurologia all'Università di Cambridge, ha comunicato la reazione stupefatta di questi ricercatori quando hanno visto il risultato dello scanner: "era capace di rispondere correttamente a delle domande semplicemente modulando i suoi pensieri che erano poi decodificati con l'IRMF". Su 23 persone diagnosticate nello stato vegetativo. lo studio ha così evidenziato dei "segni di coscienza" in 4 individui. "E' molto probabile che tra una decina di anni saremo in grado di conoscere delle situazioni in cui i pazienti incapaci di rispondere con le vie normali, saranno invece capaci di comunicare con il solo utilizzo del loro cervello." dichiara il prof. Owen.
Secondo la neurologa Audrey Vanhaudenhuyse, questa tecnica permetterebbe di interrogare le persone sul loro dolore. Queste persone potrebbero esprimere i loro sentimenti e "rispondere per conto loro a delle domande difficili come quella dell'eutanasia" dichiara il prof. Steven Laureys dell'Università di Liège. Però, dice il prof. Owen, non si può ancora determinare se un paziente ha i mezzi cognitivi per prendere tale decisione per lui stesso. Qualche mese fa l'équipe del prof. Laureys di Liège aveva scoperto che Rom Houben, un uomo considerato erroneamente nel coma durante 23 anni in seguito ad un incidente stradale, era in realtà cosciente. Ora quest'uomo desidera scrivere un libro grazie ad un computer specialmente adattato al caso.
Cyberpresse. ca 03/02/10 - Timesonline.co.uk 04/02/10
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